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Il design minimalista è ancora vivo? Un movimento artistico diventato stile

Ispirazioni - 29 Ottobre 2019

Il design minimalista è ancora vivo? Un movimento artistico diventato stile

Il minimalismo tra storia dell'arte, architettura, interior design e stile di vita.

Più o meno tutti abbiamo idea di cosa si intenda per stile minimal quando si parla di arredamento, ma quanti saprebbero effettivamente collocare il minimalismo all’interno della storia dell’arte contemporanea e dell’architettura, o quanti saprebbero darne una definizione corretta?  

Minimal è oggi un’espressione molto inflazionata, sia nel mondo degli arredi che nel parlato comune. Il termine viene infatti largamente utilizzato anche per descrivere uno stile di vita improntato all'essenzialità e alla rinuncia di ciò che è superfluo.

Oltre i luoghi comuni però, lo stile minimalista ha alle spalle un ben definito movimento artistico che ha preso vita in un momento storico ben preciso.

Come nasce il minimalismo

Il minimalismo, inteso come movimento artistico, nasce all’inizio degli anni ‘60 a New York, grazie a una serie di artisti (sia in ambito plastico che pittorico) che si avvalgono di elementi e materiali essenziali per realizzare le loro opere.

La definizione di minimal art fu coniata dal filosofo inglese Richard Wollheim sulle pagine della rivista newyorkese “Art Magazine” nel 1965, alludendo alla tendenza e alla ricerca di una riduzione assoluta, che si traduce (come scriverà Francesco Poli in Arte contemporanea) in “antiespressività, impersonalità e freddezza emozionale, enfasi sull’oggettualità e fisicità dell’opera, riduzione alle strutture elementari”. 

Protagoniste di questo nuovo movimento sono le forme geometriche (quadrato e cerchio in primis), sagome dai profili netti, strutture modulari e seriali, monocromia (soprattutto bianco e nero). 

La grammatica e la poetica del minimalismo ebbero fortuna anche in altre discipline creative, dalla musica alla letteratura, dalla danza alla moda, dal design all’architettura e in tutti quei campi in cui è possibile applicare una riduzione ai minimi termini degli elementi. 

Influenze nell’architettura e nel design

La filosofia minimalista ha avuto fin da subito un grande impatto anche in architettura e nell’interior design. Infatti, il design modernista aveva già aperto il campo a concetti quali:

  • l’attenzione alle proporzioni,
  • l’eliminazione degli "ornamenti" ovvero quegli elementi decorativi che non sono necessari alla funzione,
  • l’esaltazione di linee e forme geometriche elementari,
  • la preferenza per la luce naturale rispetto a quella artificiale,
  • la scelta di tinte sobrie e neutre, soprattutto bianco e nero,
  • la multifunzionalità degli spazi,
  • l’attenzione per i materiali, intesi come elementi strutturali e non per il loro scopo decorativo, che riprendono forme e colori degli elementi di costruzione.

Nel loft di Donald Judd, esponente di punta del design minimalista americano, vediamo come l’artista ha declinato il proprio approccio estetico al design di uno spazio abitativo.

Il progetto si caratterizza per la riduzione ai minimi termini sia nella quantità di elementi d’arredo presenti sia nella loro forma, estremamente essenziale. Nel loft troviamo opere sue e di artisti quali: Carl Andre, Marcel Duchamp, Dan Flavin, Claes Oldenburg, Ad Reinhardt e Frank Stella.

Loft minimalista di Donald Judd

Nel corso degli anni, il minimalismo ha incontrato e si è fuso con molti altri stili, dando vita a un eclettico mix che contraddice in parte il dogma della conservazione delle forme pure, ma che ha permesso a questo movimento di sopravvivere e riproporsi fino ai giorni nostri.

Evoluzioni dell'interior design minimalista

In tempi più recenti i canoni prescritti dall’arredamento minimalista hanno trovato la loro più completa espressione nello stile nordico o design scandinavo, che predilige il bianco e dà estrema importanza alle caratteristiche naturali dei materiali e alla funzionalità degli arredi.

Nel 2017 ha iniziato ad affermarsi una particolare variante di questo stile, che nasce dalla contaminazione con la cultura giapponese. Stiamo parlando del cosiddetto “japanordic” che fonde la matericità tipica del design scandinavo all’essenzialità poetica nipponica.

Il minimalismo come stile di vita

Il minimalismo, come detto, influenza una corrente filosofica che fa delle riduzione degli eccessi il suo principio cardine: eliminare il superfluo, possedere meno e optare per un approccio alla vita votato all’essenzialità.

Il minimalismo trova oggi riscontro anche nei nuovi modelli abitativi che esaltano l’idea di risparmio spaziale, materiale ed economico, abbracciando in questo modo l’approccio ambientalista. Il riferimento è alle tiny house e al micro living che riprendono dichiaratamente i precetti del minimalismo inteso come filosofia di utilizzo dello spazio legato all'essenzialità

Chi sceglie questa tipologia abitativa non fa una semplice scelta di progettazione o di arredamento, ma molto spesso abbraccia consapevolmente determinati principi. 

Sceglie cioè di eliminare tutto ciò che è superfluo, privilegiando l’essenziale e la funzionalità delle cose e degli spazi. Tutto ciò non comporta affatto la rinuncia all’estetica o alla comodità. Anzi. Molte soluzioni dal carattere minimal hanno un design personalizzato e originale. 

arredamento minimalista

In un casa organizzata secondo un approccio che segue questa filosofia, trovano collocazione i sistemi trasformabili e multifunzionali di Clei. Sistemi grazie ai quali uno stesso spazio si presta ad assumere molteplici funzioni, rispondendo in modo dinamico alle molteplici esigenze abitative. Librerie, contenitori, tavoli, scrittoi si trasformano da mobili giorno in versione notte, con comodi letti sempre pronti, determinando molteplici vantaggi rispetto all’arredamento tradizionale.

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